Lipoproteina(A) e rischio cardiovascolare
- durantealessandro
- 6 giorni fa
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Lipoproteina(a): cos’è e perché conta per la salute del cuore
La lipoproteina(a), spesso abbreviata come Lp(a), è una particella presente nel sangue simile al più noto colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”. Tuttavia, possiede una caratteristica peculiare: una proteina aggiuntiva chiamata apolipoproteina(a), che conferisce alla Lp(a) un comportamento più “aggressivo” nei confronti delle arterie.
Perché la Lipoproteina(a) è importante
Negli ultimi anni la Lp(a) è diventata sempre più rilevante in cardiologia perché:
Aumenta il rischio di malattia cardiovascolare, indipendentemente dai valori del colesterolo LDL.
Può contribuire sia all’aterosclerosi (accumulo di colesterolo nelle arterie), sia a fenomeni trombotici.
È un fattore di rischio genetico, quindi non modificabile con lo stile di vita.
Chi ha livelli elevati di Lp(a) presenta un rischio più alto di infarto, ictus, malattia coronarica e stenosi valvolare aortica calcifica.
Che cosa rende la Lp(a) diversa dalle altre lipoproteine?
È in gran parte determinata dai geni
I livelli di Lp(a) vengono stabiliti alla nascita e tendono a rimanere stabili nel corso della vita. Non dipendono in modo significativo dalla dieta, dall’attività fisica o da altri fattori ambientali.
Favorisce l’aterosclerosi
Come il colesterolo LDL, trasporta colesterolo nelle arterie, contribuendo alla formazione della placca aterosclerotica.
Ha un effetto pro-infiammatorio e pro-trombotico
L’apolipoproteina(a) può interferire con i meccanismi naturali di dissoluzione dei coaguli, facilitando processi trombotici.
È difficile da ridurre con le terapie tradizionali
Le statine, molto efficaci sull’LDL, hanno un impatto minimo sulla Lp(a). Esistono trattamenti specifici in arrivo, attualmente in fase avanzata di studio.
Chi dovrebbe misurare la Lp(a)?
Le linee guida internazionali suggeriscono di misurare la Lp(a) almeno una volta nella vita, soprattutto se:
c’è una familiarità per infarto o ictus in giovane età;
si hanno valori elevati di colesterolo nonostante una terapia corretta;
sono presenti malattie cardiovascolari premature;
si soffre di stenosi aortica senza una causa evidente.
Il test è semplice: basta un prelievo di sangue.
Valori: quando la Lp(a) è considerata alta?
La soglia più comunemente utilizzata è > 50 mg/dL (o > 125 nmol/L).
Valori superiori indicano un aumento del rischio cardiovascolare che va interpretato nel contesto di tutti gli altri fattori (LDL, pressione, glicemia, familiarità, stile di vita).
Cosa si può fare se la Lp(a) è elevata?
Sebbene non esistano ancora farmaci approvati esclusivamente per ridurre la Lp(a), è possibile agire in modo efficace sul rischio cardiovascolare complessivo:
Ridurre il più possibile gli altri fattori di rischio, in particolare il colesterolo LDL.
Dieta equilibrata
Attività fisica regolare
Smettere di fumare
Terapie ipolipemizzanti, incluse le statine e (quando indicati) i farmaci biologici PCSK9
Farmaci in sviluppo specifici per la Lp(a)
Nuove terapie (oligonucleotidi antisenso e siRNA) stanno mostrando riduzioni molto importanti dei livelli di Lp(a). Potrebbero essere disponibili nei prossimi anni.
In sintesi
La Lp(a) è una lipoproteina geneticamente determinata, diversa dall’LDL e potenzialmente molto aterogena.
Valori elevati aumentano il rischio di infarto, ictus e stenosi aortica.
Misurarla una volta nella vita può aiutare a capire meglio il proprio profilo di rischio.
Anche se non esiste ancora una terapia specifica, una gestione attenta degli altri fattori di rischio permette di proteggere efficacemente il cuore.





















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