Vitamina D: sole, cuore...
La vitamina D è un proormone sintetizzato dalla pelle tramite l’esposizione solare ma può anche essere assunta tramite la dieta. Le due più importanti forme nella quale la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe dall'attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l'ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.
Tra gli alimenti che contengono vitamina D ci sono il merluzzo e altri pesci come salmone e aringhe, le uova e le verdure a foglia verde.
La vitamina D ha molteplici proprietà benefiche per il nostro corpo. Prima di tutto insieme al calcio riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella protezione delle ossa dall’osteoporosi.
Durante la gravidanza e l'allattamento le richieste di vitamina D aumentano per far fronte alla maturazione dello scheletro del feto e del neonato. Benchè l'esposizione alla luce dovrebbe mantenere dei livelli adeguati, in Italia nei mesi autunnali e invernali spesso questo non accade, e per questo motivo è utile la valutazione dei livelli di vitamina D.
Stati carenziali di vitamina D sono frequenti anche in età avanzata e con maggior prevalenza nei mesi invernali, e l'86% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori ai 10 ng/ml alla fine dell'inverno.
Oltre agli effetti sul sistema scheletrico, la vitamina D ha importanza perchè funziona nel nostro corpo come immuno-modulatore (aiuta cioè a regolare il nostro sistema di difesa, sia dalle infezioni che dalle malattie autoimmuni), protegge dal cancro e, probabilmente anche grazie all’esposizione solare fondamentale per la sua produzione, migliora i sintomi della depressione.
Ma a livello del sistema cardiovascolare quali sono le evidenze riguardo alla vitamina D?
Molti degli studi più recenti suggeriscono una relazione inversa tra livelli di vitamina D e malattie cardiovascolari: tanto più bassi I livelli di vitamina D, tanto maggiore il rischio di malattie cardiache e viceversa. Ma di quali malattie cardiache parliamo in questo caso? La maggior parte dei dati riguardano le malattie delle coronarie (angina, infarto), lo scompenso cardiaco e le aritmie (principalmente la fibrillazione atriale).
-CORONAROPATIA: aumento del rischio con bassi livelli di vitamina D. Uno studio recente ha mostrato inoltre che le arterie del cuore (coronarie) presentano una malattia tanto più grave e diffusa quanto minori sono i livelli di vitamina D.
-SCOMPENSO CARDIACO: bassi livelli di vitamina D sono associati a un aumento dei casi di scompenso cardiaco, ma anche a una prognosi peggiore con minore sopravvivenza in chi già soffre di scompenso.
-FIBRILLAZIONE ATRIALE: nonostante gli studi non siano tutti concordi, sembra che bassi livelli di vitamina D siano correlati ad un aumento del rischio di sviluppare fibrillazione atriale.
Quali sono i consigli allora? Sicuramente di assumere vitamina D per le vie naturali, quindi stando al sole (con la dovuta attenzione soprattutto d’estate!) magari durante delle belle passeggiate, e mangiando cibi che la contengano. In casi particolari e comunque sotto guida medica sono poi disponibili dei supplementi quando i livelli rimangano insufficienti tramite le naturali vie di produzione e assunzione.

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