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Riduzione degli eventi cardiovascolari riducendo la pressione arteriosa a prescindere dal farmaco us

La riduzione della pressione arteriosa (PA) ottenuta con tutte le classi di farmaci antiipertensivi è associata ad una significativa riduzione degli ictus e degli eventi cardiovascolari maggiori, a supporto della ipotesi che la riduzione di questi eventi sia associata alla riduzione della PA di per se piuttosto che al singolo farmaco utilizzato. Tuttavia, per altri tipi di eventi e per la mortalità sono emersi dati contrastanti nei trial sino ad ora pubblicati. Questi sono i risultati e le considerazione più importanti emerse in una recente review e metaanalisi pubblicata sulla importante rivista Journal of Hypertension.

Gli autori di questo studio hanno analizzato la relazione tra la riduzione della PA con specifici farmaci e l’andamento degli eventi cardiovascolari associato a questa riduzione. In totale 55 trial randomizzati controllati (RCT) per un totale di 195267 pazienti sono risultati adatti alla analisi degli autori, effettuata con un modello a effetti variabili. Dodici RCT (48898 pazienti) hanno paragonato l’effetto di un diuretico con nessun trattamento. Le differenze di pressione arteriosa sistolica (PAS) e diastolica (PAD) di -12/-5 mmHg erano associati ad una significativa riduzione di tutti gli outcomes, compresa la mortalità globale. Gli stessi risultati sono emersi limitando l’analisi a 8 RCT che avevano utilizzato diuretici a basse dosi. Analisi separate eseguite per i tiazidici, per clortalidone e indapamide hanno mostrato che tutti i farmaci erano associati ad una riduzione significativa degli outcome maggiori.

Cinque RCT (18 724 pazienti; differenza PAS/PAD -10.5/-7 mmHg) hanno mostrato che i betabloccanti riducono in modo significativo l’incidenza di ictus, scompenso cardiaco ed eventi cardiovascolari maggiori. Negli RCT che hanno analizzato calcioantagonisti, ACE-inibitori e sartani con il placebo sono state ottenute riduzioni minori della PA, e ciò può essere dovuto al fatto che la maggior parte di questi farmaci antiipertensivi sono stati aggiunti negli RCT ad un trattamento antiipertensivo già impostato. Nonostante ciò sono state ottenute significative riduzioni delle incidenze di ictus, eventi cardiovascolari maggiori, morte cardiovascolare, e morte per tutte le cause con i calcioantagonisti (10 RCT, 30 359 pazienti); cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco ed eventi cardiovascolari maggiori con gli ACE-inibitori (12 RCT, 35 707 pazienti); ictus, scompenso cardiaco ed eventi cardiovascolari maggiori con i sartani (13 RCT, 65 256 pazienti).

Questo studio analizza una questione molto interessante e molto dibattuta nel campo della terapia antiipertensiva, ossia se il beneficio della terapia per ridurre la PA dipenda da specifiche classi di farmaci oppure sia legato alla riduzione della PA stessa.

I risultati ottenuti sembrano rispecchiare quella che è la percezione leggendo la letteratura, ossia che il beneficio in termini assoluti sia legato principalmente alla riduzione della PA ma che specifici outcome siano legati a specifici farmaci. Come suggerito dagli stessi autori l questione è resa più complessa dal fatto che i farmaci più vecchi sono stati comparati nei RCT a placebo, mentre i farmaci più recenti sono stati aggiunti spesso on the top di una terapia antiipertensiva già iniziata. La questione sicuramente continuerà con nuovi studi che analizzeranno i vari aspetti.

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