Nuovo catetere per l'ablazione della fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale rappresenta la forma più frequente di aritmia sostenuta e la sua incidenza e prevalenza aumenta con l'età, sino a raggiungere punte del 10% in determinati sottogruppi di pazienti. La fibrillazione atriale parossistica e la persistente, in cui cioè si cerca di ripristinare il ritmo "normale" del cuore, il ritmo sinusale, è stata classicamente trattata con i farmaci. Negli ultimi anni ha un ruolo sempre maggiore l'ablazione transcatetere, una procedura miniinvasiva con cui si elimina il substrato dell'artimia a livello atriale. Il problema dell'ablazione della fibrillazione atriale è rappresentato da una percentuale non trascurabile di recidive. Un recente studio ha mostrato un significativo miglioramento dei risultati con un nuovo catetere che presenta il vantaggio di "monitorare" l'efficacia dell'ablazione tramite il contatto tra catetere stesso e atrio del paziente. Mantenere un contatto stabile tra atrio e catetere durante la procedura di ablazione permette infatti di eseguire una procedura più efficace. L'utilizzo di tale catetere ha permesso di ottenere che più del 70% dei pazienti non avessero recidive dell'aritmia dopo un anno dalla procedura di ablazione.
Andrea Natale, Vivek Y. Reddy, George Monir, David J. Wilber, Bruce D. Lindsay, H. Thomas McElderry, Charan Kantipudi, Moussa C. Mansour, Daniel P. Melby, Douglas L. Packer, Hiroshi Nakagawa, Baohui Zhang, Robert B. Stagg, Lee Ming Boo, Francis E. Marchlinski. Journal of the American College of Cardiology. Volume 64, Issue 7, 19 August 2014, Pages 647–656
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