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Prasugrel riduce gli eventi nelle sindromi coronariche acute

È in fase di pubblicazione sulla rivista European Heart Journal Acute Cardiovascular Care uno studio basato su una revisione dei dati riguardanti l’utlizzo di prasugrel in pazienti con sindromi coronariche acute senza sopralivellamento del tratto ST (NSTE-ACS) nello studio TRial to assess Improvement in Therapeutic Outcomes by optimizing platelet inhibitioN with prasugrel Thrombolysis In Myocardial Infarction 38 (TRITON-TIMI 38). Questo studio ha mostrato che l’utilizzo di prasugrel permette di ridurre gli eventi avversi, sia nei pazienti con infarto miocardico senza sopralivellamento del tratto ST (NSTEMI) che nei pazienti con angina instabile (UA), senza un evidente incremento dei sanguinamenti. Questo studio ha infatti mostrato come il numero di eventi avversi era significativamente ridotto con l’utilizzo di prasugrel rispetto a clopidogrel sia nella popolazione di pazienti con NSTE-ACS (hazard ratio (HR) 0.82, intervallo di confidenza al 95% (CI) 0.73-0.93, p=0.002) che nei sottogruppi di pazienti con UA e NSTEMI (p-value per l’interazione=0.39). Nonostante il numero totale di sanguinamenti TIMI maggiori non correlati all’esecuzione di by-pass aorto-coronarico fosse incrementato nei pazienti trattati con prasugrel (HR 1.40, 95% CI 1.05-1.88, p=0.02), in questi pazienti si assisteva a un beneficio clinico al netto dei sanguinamenti (HR 0.89, 95% CI 0.80-1.00, p=0.043) che rimaneva significativo sia nell’UA che nel NSTEMI (p-value per l’interazione =0.84 and 0.72). Nei pazienti che rispettavano i criteri per l’utilizzo di prasugrel dettati dalla European Medicines Agency (e quindi escludendo dalla analisi dei dati i pazienti con pregresso ictus/attacco ischemico transitorio, con un peso <60 kg oppure una età ≥75anni), con un follu-up di un anno (European Union (EU)-label cohort), si è avuto un beneficio netto rispetto all’utilizzo di clopidogrel in termini di eventi avversi maggiori (HR 0.73, 95% CI 0.63-0.85, p<0.0001) sia nella popolazione globale di NSTE-ACS che nei sottogruppi di pazienti con UA e NSTEMI, senza differenze significative nei sanguinamenti TIMI maggiori. Questa interessante sottoanalisi dello studio TRITON-TIMI 38 ha quindi mostrato che l’utilizzo di prasugrel migliora l’outcome clinico globale, comprensivo quindi della riduzione degli eventi trombotici/ischemici e dell’aumento dei sanguinamenti, nei pazienti con NSTE-ACS. Questa analisi si va ad aggiungere ai dati della popolazione globale dello studio e a quelli del sottogruppo di pazienti con infarto miocardico con sopralivellamento del tratto ST (STEMI). Il beneficio clinico netto, dato dalla differenza tra eventi ischemici ed emorragici, è un concetto che sta avendo sempre maggior successo e che sta guidando negli ultimi anni lo sviluppo e la scelta di farmaci antitrombotici. È interessante osservare in questo studio anche l’analisi della coorte di pazienti European Union (EU)-label color, che dimostra la sicurezza e l’efficacia del prasugrel in quelle condizioni che dovrebbero rappresentare l’utilizzo clinico anche in Italia. De Servi S, Goedicke J, Schirmer A, Widimsky P. Clinical outcomes for prasugrel versus clopidogrel in patients with unstable angina or non-ST-elevation myocardial infarction: an analysis from the TRITON-TIMI 38 trial. Eur Heart J Acute Cardiovasc Care. 2014 May 12. [Epub ahead of print]


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